La Battaglia del CES - Corruzione, Evasione, Sprechi.

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La Battaglia del CES - Corruzione, Evasione, Sprechi.

A GIORGIA
Pubblicato da Post 15 - Luigi De Gregorio in Efficienza · 21 Maggio 2023
POST 15
LA BATTAGLIA DEL CES
 Corruzione  Evasione  Sprechi
  (Il terno salvifico delle piangenti e verdi casse statali)
 
 
Cara Giorgia,

i temi del presente Post (Corruzione Evasione Sprechi) occupano spazi televisivi sporadici, spesso presenziati da tecnici che mostrano la giusta competenza, ma anche la stessa freddezza che potrebbe avere una persona vegetariana di fronte ad una bistecca alla fiorentina.
  
Invece gli Italiani di fronte ai tre suddetti argomenti sono super inc****ti, ma anche rassegnati. Sono trent’anni che essi vengono discussi nei talk show o presentati nelle dichiarazioni dei politici e, tutti e tre, sono salutari per l’umore dei cittadini telespettatori, quanto alcune gocce di veleno in un bicchier d’acqua.
 
Insomma gli Italiani, per la maggior parte, nei riguardi della corruzione, dell’evasione (fiscale) e degli sprechi, hanno lo stesso atteggiamento dei vampiri nei riguardi della luce solare
  
E qual’è stato invece l’atteggiamento dei politici che hanno governato per decenni nei confronti dei suddetti tre mali endemici della società italiana?
 
Beh, c’é un prima e un dopo. Prima delle votazioni i politici promettono di abbattere le tre vipere che succhiano il sangue degli Italiani. E pensano di essere convincenti in quanto credono fortemente nelle loro capacità illusionistiche.
 
Il dopo: non manterranno quanto promesso. Mentre gli Italiani, per esperienza, sanno già che ne saranno delusi e, tra questi, quelli più amareggiati si vendicheranno con l’assenteismo del voto.
 
Ma ora lasciamo il passato e guardiamo al futuro. Tu, Giorgia, cosa intendi fare avendo ben quattro anni davanti a te?
 
 
Tutti, ma proprio tutti, politici e cittadini  dicono e ripetono: Le casse dello Stato sono pressoché vuote. Ci sono pochi soldi” etc
 
Questa situazione, di scarsità, di pecunia dello Stato, è vera e reale. Ma se dessimo battaglia alla triade delittuosa risolveremmo il problema della povertà dello Stato, madre della povertà di tanti cittadini e della non qualità di tanti servizi (in primis Sanità, Giustizia, Scuola).
 
Ma il non combattere seriamente la corruzione l’evasione gli sprechi (e quindi non abbatterli) da parte della classe politica ultradecennale era dovuto a incapacità autentica oppure era strumentale?
 
Data la situazione di pianto in cui si trova il Paese, fare approfondimenti sul passato per dare risposte al dilemma esposto è una perdita di tempo
 
Mentre qualora, ancora oggi, i bastian contrari ed i privilegiati della situazione attuale, affermassero l’impossibilità di vincere i tre mali come fossero tre malattie incurabili diciamo “basta volerlo e diventa facilissimo”
 
In ogni caso, chiunque affermasse che non si può abbattere il CES (Corruzione, Evasione, Sprechi), la terna maligna, lo riterremmo non conoscitore delle tecnologie attuali, oppure un pessimista incallito, oppure in mala fede.
 

CORRUZIONE

La  corruzione  in Italia   occupa,  nelle  varie graduatorie internazionali,  posizioni  non affatto onorevoli. Ad esempio, riferendoci alla  Mappa dei Paesi più  corrotti d’Europa,  il punteggio assegnato  all’Italia è 56. Siamo  superati da Danimarca (90),  Finlandia (87), Norvegia (84), Svezia (83), Germania (79), Inghilterra (73), Francia (72), Spagna (60),  che occupano posizioni  più pulite del  nostro  Paese. Mentre, verso il fondo classifica, troviamo Albania (36), Turchia (36) e Russia (28).
 
Essa, come è noto, è molto diffusa in tutto il territorio nazionale ed a vari livelli dello Stato e della società. Ciò deriva anche dal fatto che le occasioni di corruttela sono ovunque: ogni volta che c’è un contatto tra un privato ed un pubblico ufficiale, nasce un caso potenziale di corruzione che può riguardare un permesso, il ritardo di un pagamento, il posizionamento in una graduatoria di un concorso pubblico, il chiudere un occhio per un’infrazione, un compenso fasullo o gonfiato immeritatamente.
 
Insomma, la corruzione può essere di piccolo, medio ed alto livello. Si infiltra ovunque nella società, come la leucemia nel sistema sanguineo. E crea disuguaglianze, lievita la sfiducia nello Stato, innesta sentimenti di rivalsa e di odio tra i cittadini.
 
Ovviamente sono gravemente malate quelle società in cui regna la corruzione. Sono società in cui, se pur vige la democrazia in senso lato, nei fatti i cittadini vivono soprusi e prevaricazioni e si sentono poco partecipi della comunità.
  
Infine, la suddetta notevole presenza della corruzione in tutta la Penisola, é dovuta al fatto che, alla complicità strutturale tra corrotto e corruttore che rappresenta il lievito stesso della corruzione, va aggiunta l’assenza di una lotta adeguata a combatterla.
 
Certo è che la posizione del nostro Paese, in un confronto internazionale, non ci fa ono-re. Ma a prescindere dall’immagine, si consideri che una società corrotta non può esse-re giusta, non può essere competitiva, non può essere espressione di una democrazia reale.
 
Quindi l’obiettivo del Governo dovrebbe essere il ridimensionamento della corruzione a livello fisiologico.

In realtà di corruzione e di come combatterla se ne parla poco, forse perché una parte della politica ne è implicata.
Le statistiche dicono che solo 1% delle coppie corruttore e corrotto, pizzicate in un abbraccio fraudolento, scontano le pene previste. Questo significa che le aziende corruttrici possono continuare ad avere sogni tranquilli e far morire le aziende oneste e, con esse, i relativi posti di lavoro.
 
In ogni caso, nei pochi dibattiti televisivi a questo riguardo, alcuni utilizzatori di saliva affermano che è una cosa difficile da sradicare perché i corruttori e corrotti sono complici tra di loro. E, se pur vero, non si pronunciano circa i tanti strumenti per smascherare le accoppiate fraudolenti.
 
Inoltre, a dirla tutta, non c’è fenomeno criminale più facile da sradicare, dato che, gli esempi di funzionari pubblici cacciati dalla PA e messi sul lastrico, farebbero da deterrente per tutti gli altri, soprattutto quando in generale c’è carenza di lavoro. Come pure farebbe da deterrente il carcere, qualora fosse scontato realmente per i corruttori.
 
 
Quindi, lo ripetiamo, per bonificare il fenomeno, è sufficiente che un numero percentualmente basso di coppie di corruttela venisse beccato e punito.
 
Ma, date le dimensioni del fenomeno su tutto il territorio nazionale, almeno all’inizio si dovrà affrontare il fenomeno eccezionale della corruzione con misure eccezionali.
 
In primis, come già detto, il numero di risorse adibite allo stanare la corruzione sul territorio deve essere adeguato all’obiettivo.
 
In secondo luogo, va considerata con estrema attenzione la loro distribuzione e la loro rotazione sul territorio. Quest’ultima necessaria ad evitare che il radicamento dei controllori portasse, a sua volta, quei potenziali legami fraudolenti tra controllori e controllati
  
Inoltre, il ministero della Giustizia, dovrebbe disporre che ci sia un viceministro incaricato esclusivamente al compito della lotta alla corruzione. E, dal suddetto impegno preso con gli Italiani, sarebbe auspicabile che lo stesso Ministro avesse sull’argomento una comunicazione periodica (ad esempio mensile) con i cittadini, circa i risultati ottenuti.
 
Volendo fare una sintesi per punti. L’impegno dello Stato, nel portare la corruzione a livello fisiologico, è riassumibile in:
  
  • costituzione di una forza di 50.000 uomini anticorruzione, che si aggiungerebbero alla forza attuale della Guardia di Finanza (dipendente dal Ministro delle Finanze), di 674 ufficiali e circa 25.500 sottufficiali e militari di truppa che verrebbero distribuiti nelle varie regioni e, con periodicità, ruotati per ridurre le eventuali occasioni di collusione. Si tenga presente che, negli USA, esiste la figura del detective per conto dello Stato che indaga sul funzionamento e sulla correttezza di tutti i contratti tra Stato e fornitori.
 
  • costituzione di una sezione del Ministero della Giustizia che operi separatamente ed esclusivamente per acchiappare corrotti e corruttori, ai quali saranno date pene adeguate che scoraggino i protagonisti della corruzione
 
 
  • i funzionari corrotti dello Stato, al secondo caso di recidività, vengono mandati via dall’amministrazione togliendo loro così il posto sicuro che, in tempo di crisi occupazionale, diventa efficacemente penalizzante .
 
 
  • i corruttori paghino ammende così salate da abbandonare la via della mazzette e traslocare nella competizione sana, sempre che, arrugginiti nel confronto, ne siano capaci.
 
 
Per quanto sopra, la corruttela, nel giro di pochi anni, sarebbe riconducibile a livello fisiologico.
  
 
EVASIONE FISCALE
 
Circa l’evasione, la battaglia per portarla ai livelli fisiologi delle democrazie avanzate, può essere vinta.
 
I mezzi tecnologici, i sistemi informativi, gli incroci dei dati, possono smascherare i grandi i medi ed i piccoli evasori.
 
Ma i politici italiani che aprirebbero una lotta seria all’evasione temono di perdere voti, cioè il chiodo fisso degli amanti del potere.
 
E dimenticano la giustizia sociale e fiscale: tutti devono dare il loro contributo alla comunità a cui appartengono.
 
Un concetto così fortemente radicato negli Usa dove quelli beccati, non solo sono disprezzati dai concittadini, qualunque sia la loro posizione sociale, ma le multe ed il carcere sono la certezza. Tutti ricordano che Al Capone fu incastrato, non per i delitti commessi, ma per evasione fiscale.
 
Mentre in Italia la scarsa attenzione al problema, nei tanti governi della Repubblica, è causa della perdita di entrata di cassa per lo Stato di almeno 100 MRD, che è una cifra importante. Basta ricordare che l’ammontare totale delle entrate fiscali è di 600 MRD, ossia l’evasione ne incide per il 16%.
 
Ma essa rappresenta anche il 50% del PNRR (tralasciamo le note differenze tra le due fonti di finanziamento) per il quale si sta facendo un gran chiasso, se pur nella speranza di averne dei buoni frutti
 
 
Ora, cara Giorgia, coloro che ti hanno votato, nella speranza di cambiamento del Paese, non comprenderebbero un tuo eventuale disinteresse sul tema evasione fiscale.
 
Ma non si accontenterebbero neanche di una promessa generica, tipo vecchio stile del passato regime democratico: combatteremo l’evasione fiscale, avente lo scopo illusionistico e persuasivo di quegli Italiani già creduloni per carattere.
 
 
E, quindi, essi si aspettano una promessa quantitativa sui risultati che si vogliono ottenere da una lotta fatta seriamente all’evasione fiscale. Ed è pensabile una riduzione progressiva, fino ad arrivare all’80 % nel quarto anno, a fine legislatura.
 
Il risultato sarebbe salutato molto bene per la sua valenza economica, ma anche per il suo valore etico ed il ritorno d’immagine per te e per l’intero Paese.
 
 
SPRECHI
 
In maniera molto convinta sentiamo di poter dire che l’Italia è il Paese del sole, del mare e degli sprechi.
 
L’accostamento tra i primi due plus della Penisola, ed il concetto dello spreco, diciamolo pure, non è gradevole. Ma è realistico. E chi mai avrebbe il coraggio di dissentire ?
  
Una frase che andava di moda, alcuni decenni fa, nei salotti televisivi recitava"Noi viviamo al di sopra delle nostre possibilità”. Ma nessuno spingeva la conversazione verso l’approfondimento.
 
Se pur con evidente ambiguità, il dicitore di turno della sentenza si riferisse alle istituzioni dello Stato, molti cittadini, che già allora iniziavano a tirar la cinghia, si chiedevano “Noi chi ?”
  
Comunque erano ancora anni di benessere (parlando di media nazionale), in cui la famiglia italiana andava almeno una volta alla settimana al ristorante per un pranzo completo, partendo dall’antipasto e finendo con formaggi e dessert.
 
 
Quindi, già da decenni, lo Stato spendeva più di quanto incassava. Ma, se nello spendere senza oculatezza, troviamo gli SPRECHI, la irresponsabilità cresce vertiginosamente. Come se una famiglia, non solo comprasse con abbondanza quanto servirebbe, ma buttasse del cibo nella spazzatura sistematicamente ogni giorno, o continuasse a comprare nuovi capi d’abbigliamento, pur avendo negli armadi (per anni) degli abiti mai indossati.
 
Ma quanti tipi di sprechi conosciamo ad opera dello Stato. Tanti, di vario tipo e più ci si sofferma e più il dolente elenco si allungherebbe.
 
Qui di seguito ne riportiamo solo alcune tipologie:
 
  • Sovrannumero di personale in molti organi dello Stato
 
  • Dirigenti che prendono soldi dallo Stato, a diverso titolo (attraverso la formula delle consulenze) a prescindere dallo stipendio relativo al lavoro che già svolgono come dipendenti dello Stato.
       Suddetti compensi aggiuntivi rappresentano una irregolare normalità nell’ambito           del pensiero amorale e asociale lo “Stato è la mucca da mungere”
 
  • Enti Fondazioni Associazioni (ovviamente non tutti) che hanno una mission fittizia e prendono soldi dallo Stato
 
  • Società del parastato in cui il numero di dirigenti è quattro volte il numero dei dipendenti
 
  • Infrastrutture abbandonate con i lavori lasciati a metà oppure terminate ma mai entrate in funzione.
 
  
Non esiste un organo che faccia la mappatura degli sprechi per tipologia e per territorio. In passato qualche Premier ha commissionato a consulenti esterni un documento denominato Spending Revew (in italiano Revisione della spesa, ma in inglese è più trend) che poi finiva regolarmente nel cassetto.
 
E qui facciamo due osservazioni.
 
La prima è un pensiero malevole, se pur in forma dubitativa. Se di un documento del genere non serve a ridurre la spesa dello Stato, può invece considerarsi come strumento di pressione o condizionamento?
 
 
La seconda osservazione ci porta a considerare che in Italia il suddetto documento conoscitivo (e, come si è detto, commissionato una tantum da alcuni Premier) non abbia alcun seguito.
 
Negli Usa il controllo delle spese dello Stato è fatto, in maniera permanente, da una struttura che ha il compito di verificare che tutti i contratti dello Stato si svolgano regolarmente senza imbrogli, una sorta di sceriffi che vegliano sui contratti dello Stato
 
 
Ma torniamo in Italia ed ai giorni nostri.
 
La situazione della Nazione, rispetto ad alcuni decenni fa, è ben diversa nel senso che è peggiorata. La povertà è cresciuta ed i disoccupati sono arrivati alla cifra di 5 milioni.
 
Il debito pubblico è salito, anno dopo anno, e le casse dello Stato sono sempre più di color verde.
 
 
In questo contesto, di scarsa liquidità e di impoverimento progressivo, gli sprechi abbondano come funghi dopo la pioggia e non fanno altro che peggiorare la situazione.
 
E gli autori dello spreco possono essere paragonati a quegli invitati che ad una festa rionale di beneficenza si presentano gli uomini in frac e le signore in costosi vestiti firmati e con ricami dorati.
 
Oppure sono quei membri, di una normale media famiglia italiana, che si ciba rifornendosi dai Super market e non dai negozi di gastronomia o similari boutique del food, ma stappa mezzogiorno e sera una bottiglia di champagne.
 
  
Insomma lo spreco potrebbe essere tollerabile in un Paese ricco, ma non può essere accettabile in un Paese con povertà crescente e con casse dello Stato praticamente vuote. A suddetta inaccettabilità, che può essere considerata un paradigma o una regola, fa eccezione l'Italia, il Paese degli sperperi e delle eccezioni.
 
Ed in questa anomalia cosa facevano i politici? Cazzeggiavano circa le poltrone, l’ubica-zione del Centro, dei Moderati, dell’Estrema Destra, della Sinistra e le sue correnti tor-rentizie etc .
 
Insomma, le casse dello Stato erano vuote (e sono ancora vuote) gli sprechi fiorivano (ed ancora fioriscono) ed i politici filosofeggiavano .
 
 
Ora, cara Giorgia, se un politico è nato ai Parioli, allo spreco vi è abituato. Ma se una nasce alla Garbatella non può diventare una pariolina della Roma bene, insensibile al problema nazionale dello sperpero.
 
 
CONCLUSIONE
 
Al termine del presente Post chiediamo: cosa dice il nostro spirito patriottico, il TUO, il mio e quello di tanti milioni di Italiani ?
 
“Che dobbiamo combattere gli ANTITALIANI”. E non sono forse nemici dell’Italia i CORRUTTORI, gli EVASORI e gli SPRECONI dei soldi pubblici, cioè i protagonisti del CES?
 
 
E fin qui il patriottismo a parole. Il patriottismo nei fatti è di mettere le mani nel CES e di aprire una vera guerra agli Antitaliani e quindi: recuperare 100 MRD dall’ Evasione, 150 MRD dalla Corruzione e 150 MRD dagli Sprechi. I numeri suddetti sono prudenziali e, comunque, andremmo a pareggiare la differenza attuale di 400 MRD tra Entrate ed Uscite.
 
 
E se la battaglia sarà decisa, determinata, combattuta con le forze adeguate, la terna del CES (Corruzione Evasione Sprechi) da scroccona, una volta assassinata, diventerà salvatrice delle piangenti casse statali. E non solo. Essa contribuirà notevolmente a portare il Paese verso la strada della giustizia sociale, verso quei servizi dello Stato e quel benessere che tutti gli Italiani meritano.
 
 
Ma se essa sarà tiepida, tanto per fare finta di farla, soprattutto mediatica, e non con l’immissione di almeno 50.000 addetti seguendo l’illusione di fare un matrimonio con i fichi secchi, allora Il CES vincerà e 60 milioni di Italiani se lo prendono in saccoccia o in qualunque altra maniera voi possiate immaginare.
 
 
Giovanna D’arco ricacciò gli Inglesi dal territorio francese ad oltre la Manica. E tu Giorgia, da patriota, intendi forse far passare 4 anni, senza combattere gli ANTIITALIANI del CES?
 
 
Saresti ricordata come la prima donna Premier della Repubblica e nulla più. Invece noi ci auguriamo che, dopo il trentennio affossatore della Penisola, una nuova era di rinascita possa iniziare proprio per merito di una donna. Di nome Giorgia.
 

Un cordiale saluto.
Luigi De Gregorio - Un cittadino comune
 
 
P.S. In questo Post Filippo è da considerarsi assente ingiustificato. Però egli è uno spirito libero, fa sempre quello che gli pare. Ma non è un CES, cioè né Corruttore, né Evasore, né Sprecone.


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