Nessun rispetto dei soldi dei contribuenti

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Nessun rispetto dei soldi dei contribuenti

A GIORGIA
Pubblicato da Post 12 - Luigi De Gregorio in Trasparenza · 30 Aprile 2023
POST 12

NESSUN RISPETTO
 DEI SOLDI  DEI CONTRIBUENTI
 (I soldi dei cittadini considerati come bruscolini)
 
 
Cara Giorgia,

il refrain, che dovrebbe ossessionare la politica e tutti noi, è: prima di tutto, DISOCCUPAZIONE e MALASANITÀ .
Ma, accanto alla risoluzione dei due suddetti problemi, non possiamo esimerci di affrontarne altri considerati minori per il semplice fatto che ad essi ci siamo abituati.
Anzi, nei loro riguardi, siamo passati abbondantemente dalla consuetudine alla rassegnazione.
Pertanto oggi, tra i tanti di serie B, esaminiamo quello della scarsissima attenzione nei riguardi dei soldi dei contribuenti.
Questa mancanza di riguardo avviene in tante maniere.

La prima è quella della truffa vera e propria ai danni di un soggetto istituzionale: Comune, Regione, Stato Italiano, Europa (ad esempio prendere soldi per corsi di formazione mai realizzati).

La seconda maniera è quella di fare un uso improprio dei mezzi della pubblica amministrazione. A tutti è noto l’uso personale, potremmo dire tradizionale o di vecchia data, di auto, elicotteri, aerei dello Stato.
Ma negli ultimi decenni ha primeggiato l’abuso della carta di credito intestata ad un soggetto pubblico (Comune Regione) e affidata a dirigenti della P.A. o funzionari legati alle istituzioni pubbliche.
In questo caso non stupisce tanto il danno economico arrecato ai conti dello Stato, cioè a tutti i contribuenti, ma il suo bizzarro uso, al quale non possono che corrispondere altrettante fantasiose giustificazioni d’acquisto:

  • alcuni boxer purché abbiano i colori del partito
  • una borsa Hermes o Prada all’altezza apicale di una rappresentante dei cittadini
  • una notte in una suite in Hotel Extra Lusso
  • cena stellata con vino da 300 euro a bottiglia, non certamente  uno  sfuso in trattoria
  • un Rolex, what else per arrivare puntuali alle sedute parlamentari

Le suddette due maniere di mettere le mani sui soldi pubblici (la truffa e l’abuso personale dei mezzi dello Stato) presentano una caratteristica comune: prevedono delle pene leggere verso coloro che vengono beccati con le dita nella marmellata.
Questi signori, approfittatori a tutti gli effetti nei riguardi di tutti i cittadini, vengono trattati bene dalla Giustizia, se paragonati ai ladri che rubano a singoli cittadini privati.

Sembra reale l’assurdo: rubare da privato a privato, da singolo a singolo è molto più grave che rubare da privato ad un’intera comunità.
Questo comporterebbe che chi scopre all’improvviso la vocazione verso una carriera da gran furbo, usando un eufemismo, faccia seguire alla spinta emotiva iniziale la domanda razionale: è meglio dedicarsi al singolo cittadino, oppure fregare la comunità, visto che quest’ultima comporta più guadagno, pene più blande e minor rischio di essere beccati?

La seconda alternativa sembra avere più successo, data la crescita del settore truffe ai danni dello Stato, cioè di tutti noi.
Ma, oltre ad una minore severità nei riguardi degli artisti della truffa pubblica c’ è anche un alone di maggiore comprensione, quasi di benevolenza.

Non molto tempo fa, ho sentito in tv un letterato, un professore, un opinionista, che chiamò inciampo morale occorso ad un rappresentante dei cittadini che aveva sottratto dei soldi pubblici.
Rimasi allibito. Non sapevo se arrabbiarmi di più con colui che mi aveva derubato o con colui che strumentalizzava le parole. L’inciampo è casuale, il furto necessita di volontà.

La terza maniera, in cui la considerazione dei soldi dei cittadini contribuenti è a livello o quasi del pavimento, è quella dello spreco. E qui avremmo davanti a noi una prateria di casi, in cui soggetti vari, nell’ amministrare soldi pubblici, li considerano come bruscolini.

Ma ne prendiamo uno. Non a caso, ma perché è molto conosciuto da tutti i cittadini: la Rai - Radio Televisione Italiana

Vox populi dice che la Rai è sprecona, sciupona. Con ogni probabilità, da parte delle persone, si è arrivati a questa conclusione perché ogni tanto sui giornali compaiono le retribuzioni di vari protagonisti della tv.

Codeste remunerazioni sono fuori da ogni logica, da ogni ragione e non accettabili, anche in considerazione di ruoli sempliciotti assunti da presentatori di format basati sui quiz, in cui non necessitano particolari abilità. E proprio per questo i suddetti conduttori sono facilmente sostituibili con facce nuove e con retribuzioni normali.

Altro che cachet da far venire la rabbia ai cittadini che (in quanto proprietari della Rai) ne sono i datori di lavoro, ma purtroppo intermediati dai vertici dirigenziali della Rai.

Oltre ai quizzaroli, a cui ci riferivamo sopra, ci sono poi i presentatori di programmi di canzoni, di gossip, di cucina, e di altri similari, tutti con alta remunerazione ed un livello di performance basso in coerenza con il livello di abilità richieste dallo stesso programma. E, proprio per questo, facilmente trovabili in tantissimi candidati, la cui retribuzione potrebbe essere proporzionata alla prestazione. Quindi potenziali e notevoli risparmi per le casse dello Stato.

Ma purtroppo quando c’è di mezzo la TV le retribuzioni sono miscelate al lievito, vanno in alto come il fumo delle sigarette, come i palloni gonfiati di gas. Insomma sono fuori da qualunque criterio, in confronto alle retribuzioni aziendali. Ed anche in un paragone all’ interno del mondo del piccolo schermo individuare un criterio razionale delle retribuzioni è un’impresa impossibile.

Ad esempio due quizzaroli potrebbero avere retribuzioni differenti nel rapporto da 1a 5 ed anche da 1 a 10 (senza ragioni  di  audience e senza alcuna prova  di  impossibile  e altrettanto valida sostituzione  a minor costo).Siamo dunque in una giungla retributiva situata in una location, il cui nome è il Paradiso, l’Eden: la Rai - radio televisione italiana.


ORA INTERPELLIAMO FILIPPO

LDG Quando si parla di soldi pubblici, ed in particolare di soldi inerenti la gestione della Rai, a me sembra che i dirigenti della Rai abbiano in testa i bruscolini e non i soldi veri dei contribuenti.

FIL *azzo anch’io stavo pensando ai bruscolini. Che combinazione!

LDG Eh si, abbiamo una grande affinità intellettuale. Insomma sembrerebbe che quando i soldi sono quelli di tutti è come se non fossero di nessuno.

FIL   Proprio così.

LDG In ogni caso abbandoniamo l’argomento delle retribuzioni dei personaggi in video Rai.

FIL E’ meglio, perché andremmo a finire di discutere sulle probabili obiezioni, fatte dalle grandi menti dei conduttori scaccia pensieri e dei quizzaroli della Rai, del tipo “Lei non conosce la mia audience” oppure Bisogna valutare quanta pubblicità porto io con il mio programma”.

LDG Verrebbero fuori discussioni senza fine. Ed invece sarebbe più opportuno che i dirigenti Rai, nell’ottica di ridurre retribuzioni stellari, avessero un po’ più di coraggio. E cioè applicare il principio di sostituibilità.

FIL Intuisco, ma è meglio se me lo spieghi.

LDG Il presentatore conduttore, diventato supernoto per la presenza quotidiana o settimanale in format ideati da altri, potrebbe essere sostituito per un periodo congruo da un altro candidato. Questa sperimentazione può essere prolungata per un secondo periodo oppure con un secondo sostituto.
Al termine della prova si vanno a leggere le audience, si traggono le conclusioni, si prendono le opportune decisioni tenendo a mente l’obiettivo di annullare lo sperpero.

FIL Più precisamente …

LDG Caro dirigente Rai, a fine delle sperimentazioni, assumerai il presentatore sostituto che acchiappa la stessa audience del titolare supercostoso e che potresti pagare metà della metà. E con gli occhi al cielo potrai dire “accidenti quanto sono bravo nel risparmiare i soldi dei contribuenti in double face, quelli che pagano sia le tasse sia il canone.”

FIL Chiarissimo. E questo si potrebbe fare con una serie di programmi. Si risparmierebbe una barca di soldi destinabili a migliori servizi dello Stato.

LDG Ma non finisce qui. Oltre alla faccenda della retribuzioni a livello stellare di cui sopra, c’è un’altra situazione nauseabonda che fa accapponare la pelle e fa incazzare tanta gente che deve fare i conti alla giornata perfino su una spesa di 10 euro. .

FIL  Beh dimmi.

LDG Il numero di dipendenti della Rai. Sai quanti sono?

FIL  Non ne ho idea.

LDG Sono 13000. Sono troppi, pochi, in numero più o meno giusto?

FIL E come faccio a saperlo?

LDG Basta ragionare con il semplice metodo del confronto ad esempio con Mediaset e la BBC.

FIL  Ad occhio e croce mi sembra un buon procedimento.

LDG Cominciamo con Mediaset, che ha 5000 dipendenti.

FIL Sembra impossibile. I numeri di dipendenti di Rai e Mediaset sono nel rapporto di quasi 3 a 1, eppure entrambi i gruppi hanno tre canali televisivi, semplificando e tralasciando quelli minori.

LDG Pur considerando l’eventuale obiezione che i programmi sono diversi, che alcuni trasmissioni o eventi televisivi incidono diversamente, risulta difficile giustificare 13000 contro 5000, se non con una parola: spreco, sciupio.
Sembrerebbe che la dirigenza, nel guidare la nave della Rai, imbarchi persone a iosa, senza guardare minimamente al relativo costo.

FIL C***o. Forse operando secondo il criterio dello spreco potrei fare anch’io il dirigente Rai?

LDG Se anche tu riuscissi ad avere una baraonda mentale da confondere i bruscolini con i soldi, certamente potresti far parte della categoria degli scialacquatori, grandi spendaccioni del danaro altrui.

FIL    E cosa mi dici del confronto tra la Rai e la BBC?

LDG Sarebbe come chiedere ad un bambino “vuoi bene alla mamma?” Ed i tifosi della Rai, a vari titoli, con abilità circense, nel rispetto dell’assioma la mamma é sempre la mamma, non avrebbero alcun pudore di dire che mamma Rai è migliore della BBC.

FIL  Ma lo so perfino io che la BBC è ritenuta il meglio del meglio nell’ambito delle televisioni europee e mondiali.

LDG  Non solo. Ma andiamo a guardare i numeri.

FIL    Ma non mi riempire la testa, di cifre di percentuali. Mi verrebbe di sicuro il mal di testa. Quindi dimmi solo le conclusioni.

LDG La conclusione principe è sempre la stessa. Nella Rai si confondono i bruscolini con i soldi.

FIL    Ancora la faccenda dei bruscolini.

LDG  Eh si In Rai ci sono molti più dirigenti che nella BBC (che tra l’altro trasmette in tutto il mondo. La percentuale di dirigenti rispetto al totale dipendenti è del 21 % in Rai e del 3 % in BBC.

FIL   Insomma non ci facciamo mancare i dirigenti. Ne abbiamo sette volte in più.

LDG  Ed inoltre, data le grandi abilità manageriali dei nostri, li paghiamo 30 % in più.

FIL  E che c***o mi si stanno attorcigliando le budella. Ed oggi devo andare a mangiare pasta, cacio e pepe da mamma.

LDG  L’abbiamo già detto: in Rai confondono i bruscolini con i soldi degli Italiani contribuenti.

FIL    Non confondono. La differenza la conoscono, la conoscono.

LDG  Allora mettiamola così. Nella Rai sono assenti la cultura ed il rispetto del danaro altrui, in particolare di quello dei contribuenti.

FIL    Sei troppo elegante, io avrei detto altro.


Conclusione

Cara Giorgia, in oltre 4 anni cosa potresti fare a riguardo di quanto detto in questo post?

Lo ripeto in sintesi:
  • annullare l’ingiustizia che vede i ladri di mestiere operanti sul singolo cittadino molto più penalizzati rispetto alle due categorie  attive ai danni della comunità (i creatori di truffe ai danni dello Stato ed i furbetti dell’uso improprio dei mezzi dello Stato) .
  • ridurre almeno del 50% lo SPRECO (retributivo e del numero di dipendenti ) esistente in mamma Rai, che rappresenta uno schiaffo, una pedata nei co****ni a tutti quelli che devono mantenersi con 500, 1000, 1500 euro al mese.

Si concretizzi così un piano di ridimensionamento in cui si abbandonerebbe lo sperperoso slogan La Rai di tutto di più e si inaugurerebbe il titolo dimagrante e selettivo di un noto programma televisivo di Renzo Arbore Meno siamo e meglio stiamo.

Ed una volta per tutte si finirebbe di confondere i soldi dei contribuenti con i bruscolini.

Un cordiale saluto
Luigi De Gregorio – Un cittadino comune
 


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