Il Ministro Lollo ed Italian Sounding Food

Vai ai contenuti

Il Ministro Lollo ed Italian Sounding Food

A GIORGIA
Pubblicato da Post 22 - Luigi De Gregorio in Lavoro · 22 Ottobre 2023
POST  22                                                                                                                         Domenica, 22.10.2023
 
         
 
      IL MINISTRO LOLLO ed ITALIAN   SOUNDING   FOOD
 Il Ministro  della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida
 potrebbe recuperare 100 MRD e migliaia di posti di lavoro
 
 
PREMESSA

Nella scorsa domenica ho invitato Giorgia  e il ministro  della sovranità alimentare Lollo a prendere in mano l’idea - progetto MONRIT (Mondializzazione  della ristorazione italiana), in considerazione delle migliaia di posti di lavoro  che esso è in grado di generare. E, a conclusione, ho auspicato che essi (Giorgia e Lollo), con ruoli diversi,  dessero fine  al periodo  trentennale  del dominio delle Chiacchiere & Poltrone e dessero inizio all’era del pragmatismo e del fare  cose utili  per i cittadini.
 
E che forse creare posti di lavoro non è  la quintessenza dell’utilità per 5 milioni di disoccupati?
 
Oggi resto ancora nel campo del food. Ciò non è dovuto per semplice banalità dell’amore gustativo. Ma perché ritengo che occorra porre fine ad una truffa da parte dei  furbetti di oltre una decina di Paesi sparsi per il globo terrestre ai danni  del cibo italiano.
 
L’imbroglio alimentare va avanti già da qualche decennio. Ma le battaglie giudiziarie finora combattute non lo hanno purtroppo  rimosso,  anzi neanche scalfito. In ogni caso il suddetto  inganno  andrebbe eliminato per una questione  di giustizia e di orgoglio nazionale.
 
A questo proposito una legge recentissima  dell’attuale  governo  (giugno 2023)  interviene per bloccare o almeno limitarne i danni. E in questa direzione, con un attacco operativo, presento un intervento che intende dare  un  contributo  nel solco  dell’attuazione  della legge  affinché  si  possa  avere  il riappropriarsi di un mancato fatturato con relativi posti di lavoro.

 
Cara  Giorgia,
 
come è noto, ci sono molti furbetti sparsi in troppi paesi  del mondo che, considerando la bontà dei nostri prodotti alimentari, girano la loro eccellenza e la fama di cui essi  godono, in direzione del proprio interesse.
 
Riporto alcuni esempi: il Parmesan statunitense, il Regianito argentino, il Parmesao brasiliano, le Penne Napulita, il Napoli tomato, il Daniele Prosciutto, il Parma Ham, la mozzarella del Texas, la Robiola del Canada, l’Asiago del Wisconsin, il Parmesan cinese, il  Tinboonzola australiano etc …
 
 
Non ci vuole  un orecchio particolarmente sensibile al suono  per dire che un cittadino americano, un australiano, un canadese ed altri, in un contesto d’acquisto, e in particolare nell’area alimentare di un supermercato, pensino certamente all’Italia. E voilà:il consumatore straniero prende del Parmesan dalla vetrina  dei formaggi e lo colloca  nel carrello  con la convinzione di aver acquistato  il prodotto italiano, mentre noi, purtroppo, registriamo  una mancata vendita del nostro Parmigiano.
 
Gli   esempi    sopracitati   riguardano   oltre   una  decina   di   prodotti  e  oltre una  decina  di Paesi  nel mondo. Ma incredibile. La mancata vendita  di essi, in totale, costituisce un mancato fatturato di oltre 100 MRD.
 
E se ricordiamo che l’intero export  del Food italiano  ammonta a 50 MRD (con qualche punta di 60 MRD) non può che nascere, in primis, un sentimento di rabbia da parte del cittadino comune ed, ancor più, da parte dei produttori italiani.
 
Questi ultimi, negli anni passati, irati dal danno, si sono attivati.  E molti brand italiani hanno fatto  causa alle  aziende  produttrici  straniere  autrici   delle  rispettive  truffe sonore  (mi  permetto  di scherzare sul doppio significato dell’aggettivazione posta agli imbrogli subiti  dalle aziende italiane).
 
Ma le cause portate avanti con avvocati specialisti sono durate anni, sono costate tanto e non hanno portato risultati positivi.
 
Ci si potrebbe chiedere “Ma accidenti come è possibile ?”
 
In teoria le dovevamo vincere tutte. Ma le abbiamo perse forse perché giocavamo fuori casa?
 
Un’ulteriore considerazione. Ma porca miseria, questi signori del Parmesan, Regianito argentino, Parmesao brasiliano, Penne Napulita, Napoli tomato, Daniele Prosciutto, Parma Ham, etc … hanno truffato non solo i nostri produttori, ma anche i loro concittadini e non si riesce bloccarli?
 
Forse gli avvocati a difesa delle aziende italiane, pur avendo la vocazione del litigio, non hanno portato avanti  a sufficienza l’argomento che gli imbroglioni sonori dei prodotti italiani truffassero anche i loro connazionali.
Non ho letto le carte processuali. E neanche so se gli avvocati delle aziende italiane fossero stranieri o meno. Pertanto non conosco i dettagli, perché il mio intervento sul tema non è frutto di una ricerca o di un’indagine ad hoc, ma deriva dalla conoscenza dei danni  che sono noti a tutti. E dalla voglia di dare a Cesare quel che è di Cesare. Ossia eliminare la grande truffa alimentata ai danni del food italiano. E recuperare fatturato e posti di lavoro.
 
Premesso  quanto  sopra,  cosa  si  dovrebbe  fare?  Contro  una  truffa  di grandi proporzioni distribuita in così  tanti  Paesi,  in  ognuno   dei  quali  si hanno varie aziende protagoniste  dell’Italian  Sounding  Food, riporto qui di seguito  gli  elementi  portanti  di  una  battaglia  che si vuole vincere:
  
  • costituire un team nazionale presieduto da un Rappresentante del Ministero della Sovranità Alimentare (che risponde direttamente al Ministro) e formato dai membri rappresentanti dei vari brand danneggiati
  • realizzare un insieme di azioni congiunte, in ogni singolo Paese, tra Ambasciate, Manager dei brand danneggiati ed Avvocati selezionati
  • definire che la direzione e il coordinamento generale siano affidati al Ministro della Sovranità Alimentare, proprio in considerazione dell’attacco in essere  alla Sovranità stessa
 
Infine aggiungerei  una specie di alleanza tra le aziende italiane danneggiate e le Associazioni Nazionali Consumatori che rappresentano i cittadini dei singoli Paesi presi in giro dalle etichette dal suono italiano: Parmesan,  Napoli tomato etc ….
 
Cioè, i nostri avvocati devono tener conto di questa utile coalizione: a favore delle industrie produttrici italiane e, nello stesso tempo, a favore dei cittadini dei singoli paesi.

Per quanto sopra, è una  battaglia  che  non si può  perdere. Infatti  vinceremo ed avremo un esempio di sinergia perfetta tra lo Stato e il Privato.
 


COSA PENSA FILIPPO DI ITALIAN SOUNDING FOOD
 
LDG E allora Filippo  dicci la tua.
 
FIL  Prima di tutto mi ritrovo sempre in mezzo a queste frasi inglesi come Italian Sounding Food, anche quando si parla di cose strettamente nazionali.
 
LDG  I prodotti sono italiani ma in questo caso parliamo di inganno operato all’estero. E poi basta leggere la frase all’incontrario cibo dal suono italiano.
 
FIL  Va bene, va bene. Quello che non va bene e mi stupisce è che degli str…zi   debbano sfruttare la fama di prodotti italiani.

LDG E sono sicuro che sei rimasto allibito che la truffa valga quanto tutto il doppio dell’export di prodotti alimentari italiani. A questo punto non potrai stupirti se dico che, mediamente, nei vari anni un paese piccolo come il Belgio ha un export all’incirca come quello italiano, la Germania, non certo un paese ritenuto agricolo, ha un export, che è circa il doppio del nostro. E l’Olanda esporta quasi il triplo.

FIL   Accidenti sei riuscito a sbalordirmi.

LDG  Ma dimmi cosa pensi dell’alleanza tra lo Stato e gli imprenditori truffati.

FIL   E’ come chiedermi se l’acqua è liquida.

LDG  Quindi, più specificatamente, come bisognerebbe operare?

FIL   E che so io. Dimmelo tu.

LDG  Ci provo. Per ogni singolo Paese:

  • si vanno a controllare quali sono i brand truffati
  • si deve coinvolgere il Responsabile degli Affari Economici e Commerciali  dell’Ambasciata Italiana (che si chiama così proprio perché deve difendere gli interessi italiani) che dipende dal Ministero degli Esteri
  • si scelgono gli Avvocati della stessa nazionalità del Paese che stiamo esaminando
  • si selezionano gli Avvocati italiani che dall’Italia (e con viaggi nei singoli paesi stranieri) coordinino per tutti i Paesi: i Manager dei marchi truffati, gli Avvocati selezionati in loco, le Associazioni nazionali di difesa Consumatori, i Responsabili Economici e Commerciali  delle Ambasciate dei singoli Paesi

FIL   Accidenti, quanto lavoro!

LDG  E che t’aspettavi... che 100 MRD e relativi posti di lavoro, li recuperassi con un schiocco delle dita?

FIL     Non volevo dire questo, però …

LDG E’ evidente che Il Ministro della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida dovrà assumere un nuovo ruolo: quello di coordinatore e dovrà assumersi la responsabilità di inseguire ed ottenere risultati concreti per i cittadini e cioè, nello specifico, recuperare 100 MRD e relativi posti di lavoro.

FIL  Quindi per te i nuovi politici dovrebbero impegnarsi non solo nel fare leggi  giuste, ma seguirne l’applicazione per arrivare a risultati  concreti ed utili.

LDG  La situazione in cui si trova il Paese richiede appunto l’impegno dello Stato, in coerenza all’articolo 1 della Costituzione, che dice l’Italia è un Paese fondato sul lavoro. In sostanza: creare nuovi posti di lavoro.


Insomma Francesco Lollobrigida come Ministro della sovranità alimentare sia lo strangolatore dell’Italian Sounding Food, altrimenti la legge di giugno 2023, se pur indirizzata allo stesso scopo, potrebbe avere da sola lo stesso risultato di scrivere sul bagnasciuga.

Ed invece, operando sul campo, il Ministro avrebbe il risultato utile di creare posti di lavoro. Aprirebbe così l’era del pragmatismo a favore dei cittadini (dando luogo al funerale della praticità furbesca ed egoistica dei suoi rappresentanti) e contribuirebbe ad accendere la luce della nuova stagione del Cigno Nero.


Un cordiale saluto

Luigi De Gregorio - Un cittadino comune


Torna ai contenuti